IX. LO SVEZZAMENTO
Svezzare significa togliere un’abitudine. Il termine, più appropriatamente, si riferisce a quando il lattante si stacca dal seno della madre. Ad un certo punto della crescita il latte non basta più e bisogna introdurre nuovi alimenti. Così, seppur con gradualità, avviene uno dei primi e forse più dolorosi distacchi della vita. Separarsi dal seno della madre, fonte di sazietà, amore e protezione, è una grande fatica per il bambino. Lui non sa perché deve affrontare questa sofferenza e cerca di ribellarsi piangendo. Così è anche per lo svezzamento da qualsiasi dipendenza. Quando si decide di uscire dalla trappola, bisogna interrompere un legame “affettivo” molto forte e questo comporta fatica. Si tratta peraltro di un disagio sicuramente meno impegnativo di quello che hai dovuto affrontare staccandoti dal seno di tua madre.
Non lasciarti influenzare da chi non riesce a smettere. Svincolarsi da un attaccamento morboso è più facile di quanto non si creda. In questa tappa imparerai a farlo dolcemente. Una prospettiva piacevole mitiga qualsiasi fatica. In ogni caso, anche se non è affatto la prova più importante che devi superare per vincere la tua dipendenza, anche il distacco fisico dall'oggetto di piacere è un passaggio obbligato. Prima o poi ti devi sganciare da quella maledetta palla al piede che stai trascinando da tempo. Pensa al premio che ti attende. E' così allettante che fa passare in secondo piano tutti gli ostacoli che devi ancora superare. Segui con fiducia le indicazioni qui contenute, il tuo corpo e la tua mente si adatteranno senza soffrire alla nuova situazione. Forza, taglia senza paura il tuo cordone ombelicale!
Primo Passo
Studia come distaccarsi dolcemente
Non credere innanzi tutto che l'operazione del distacco sia la cosa più importante per vincere una dipendenza. Sicuramente è un passaggio che devi affrontare, prima o poi, ma il segreto del successo non è certo a questo punto. Sono tante, infatti, le persone che riescono a smettere di fumare di bere o di drogarsi, ma poi ricominciano di nuovo.
Di questo comunque parleremo più avanti. Ora concentrati su una strategia molto semplice, alla portata di tutti per vincere le sofferenze che accompagnano il distacco dal proprio oggetto di piacere. All’inizio della tappa si è posto l'accento sulla gradualità con cui avviene lo svezzamento dal latte materno. Un cambiamento brusco nel modo di alimentarsi e nel rapportarsi con la mamma sarebbe insopportabile per il bambino. In eguale misura un distacco troppo rapido dalla dipendenza induce non poche fatiche. Non che questo sia impossibile, ma per alcune droghe sarebbe poi necessario l’aiuto di farmaci se non addirittura il ricovero in ospedale. La strategia dello svezzamento naturale permette invece di passare "dolcemente" alla normalità senza alcuna sofferenza.
E’ un metodo semplicissimo di disassuefazione praticamente adatto a tutti i livelli di dipendenza, non richiede ausili esterni di alcun genere ed è adattabile ai ritmi di ogni persona. Ci sono però tre requisiti fondamentali che bisogna possedere perché la tua iniziativa abbia successo. Il primo è una decisione solida e stabile. Almeno col pensiero devi aver già risolto il tuo problema. Anche se per necessità il tuo corpo continua a soddisfare il bisogno anomalo, nella tua mente questo non deve più essere accettato come prima. Il secondo attributo da sviluppare è la capacità di misurazione. Devi cioè saper valutare il tuo bisogno sia in termini quantitativi (dosi di assunzione) sia in termini temporali (intervallo tra le assunzioni). La disassuefazione naturale avviene diminuendo poco alla volta i dosaggi assunti e allargando sempre di più l’intervallo tra un’assunzione e l’altra. Il tutto abbastanza lentamente, secondo le proprie possibilità e i propri tempi. Non si deve avvertire il benché minimo disagio. Se compare anche solo un po’ di ansietà significa che stai procedendo troppo velocemente e allora dovrai rallentare. Se ti stai impegnando a diminuire i dosaggi non dovresti allargare contemporaneamente gli intervalli e viceversa. In linea teorica una diminuzione del dosaggio e un allargamento dell’intervallo intorno al 10 % non comportano alcuna ripercussione sintomatologia sull’organismo. Queste sono le regole generali, poi sta alla tua fantasia e alla tua motivazione creare il resto.
L'ultima prerogativa da parte tua è la continuità nel portare avanti l'impegno. E' importante non fermarsi mai in questo processo di separazione. Piuttosto se temi di non farcela, programma all'inizio una riduzione più dilazionata, ma non fare mai delle soste lungo il tragitto (le pause tra una riduzione e l’altra non dovrebbero mai essere superiori a 3-5 giorni). Un'eccessiva flessibilità rischierebbe di trasformare il tuo svezzamento in un lungo ed interminabile "addio". Fissa i tempi che ti appaiono più adeguati alla tua dipendenza e poi rispettali con fermezza. Queste sono le premesse di base per un esito positivo. Ovviamente poi ci sono da considerare altre variabili come le tue condizioni del momento, le pressioni che ricevi dall’esterno, il tipo di droga. Con droghe particolarmente “pesanti” come l’alcol o l’eroina i tempi devono essere necessariamente più dilazionati col rischio che, se il livello di dipendenza è elevato, potrebbero diventare lunghissimi (rivolgiti in questi casi senza alcun dubbio al tuo medico o ai servizi specialistici).
Secondo Passo
Sviluppa l'arte della distrazione
Molte persone sono convinte che sia impossibile vincere una dipendenza senza un aiuto esterno. Niente di più sbagliato. Puoi benissimo farcela facendo ricorso soltanto alle tue capacità. Il nemico più temibile che potresti affrontare (il condizionale è d'obbligo se utilizzi la strategia suddetta) è il craving, il desiderio impellente, la bramosia di soddisfarti col tuo oggetto di attaccamento. Lottare contro un’idea patologica può sembrare difficile, ma non è certo un’impresa impossibile. Se temi questo confronto sviluppa la capacità di resistere alle pressioni. E' questa una grande risorsa interiore, spesso dimenticata, che può esserti di aiuto sia nelle pressioni interne (come appunto il craving) sia nelle pressioni esterne (esempio le tentazioni insistenti da parte di amici o altre persone). Questa risorsa fa leva sulla distrazione. Ti sembrerà strano perchè quando si parla di distrazione si pensa sempre a qualcosa di negativo. In effetti sono molti gli inconvenienti che si attribuiscono alla distrazione comunemente intesa: incidenti, infortuni, talvolta persino gli insuccessi. In questi casi, però, la distrazione è sempre qualcosa di fortuito, di non voluto. Ma la distrazione non è soltanto un difetto. In molte circostanze la capacità di distrarsi può rivelarsi di grande utilità. Per allentare una forte tensione o un pensiero disturbante non c’è niente di meglio che rivolgere altrove la propria concentrazione. Così, se incontri qualche difficoltà nel portare a termine il tuo svezzamento, non scoraggiarti. Utilizza invece la SPADA della distrazione: S = Sorriso; P = Pensiero; A = Azione; D = Dialogo; A = Ascolto.
Il buon umore rende sicuramente più facile il cambiamento che stai mettendo in atto. Certamente non può essere spontaneo in una circostanza come questa. Lo stato di tensione interna legata al craving tende ad abbassare il tono umorale. Ci si sente piuttosto giù, si vede tutto grigio e il pessimismo la fa da padrone. Da qui l’importanza di distrarsi con qualcosa di divertente,che rallegri l’animo e distolga l’attenzione. Il divertimento è una distrazione forte. Sperimenta soprattutto i divertimenti che fanno sorridere. Il sorriso ha un potere incredibile sul tono dell'umore. Anche senza apparenti motivi per farlo, sorridi spesso per conto tuo con intensità e convinzione. Regalarsi un sorriso non costa nulla ed il più grande regalo che ti puoi fare.
Il cervello non può pensare due cose contemporaneamente, per cui quando l’idea insana si fa sempre più ostinata perché non sostituirla con altri pensieri? Qualunque pensiero che resti acceso nella mente per qualche minuto è sufficiente per cancellarne un altro. Puoi pensare a qualcosa di stimolante, a qualche tuo progetto, a qualche tuo familiare o anche a qualcosa di immaginario. Questa guida è disseminata di “pensieri alternativi” che possono fare al caso tuo. Ma il problema non è tanto nel “cosa” pensare, quanto nella difficoltà di iniziare un altro pensiero quando la mente è preda di un’idea fissa. La costruzione di un nuovo pensiero richiede attenzione e la testa completamente libera. Ciò che nella circostanza non hai. Da qui l’importanza di preparare i tuoi pensieri sostitutivi prima di entrare nel vivo dello svezzamento. Predisponi un paio di pensieri particolarmente avvincenti per i tuoi gusti e al momento giusto sarai in grado di “voltare la pagina del libro” senza fare alcuna fatica.
Numerose attività tengono occupata la mente. Sono da preferirsi quelle attività in cui il corpo è mantenuto in movimento. Un’attività sedentaria, anche se gradita, come usare il computer o fare una partita a scacchi per esempio, può non fare al caso tuo. Il movimento del corpo nello spazio e la sua coordinazione richiedono un’attenzione costante che non può quindi essere utilizzata altrimenti. Inoltre il lavoro muscolare, scaricando le tensioni interne accumulate col craving, costituisce un ulteriore elemento di aiuto nello svezzamento. Possono bastare pochi esercizi di ginnastica, un po’ di cyclette, un po’ di moto all’aria aperta. L’attività fisica è senza alcun dubbio la distrazione più salutare che puoi metter in gioco.
Molte persone non conoscono il grande potere che ha l’ascolto nel distrarre i pensieri. Le vibrazioni sonore positive accarezzano il cervello e inducono un senso di rilassamento e di benessere. Una musica melodiosa o una voce rassicurante possono placare anche il craving più selvaggio. Vale la pena che ti premunisca dei tuoi suoni calmanti e affidati ad essi con fiducia. Cerca tra le tue musiche o canzoni preferite quella che più ti induce calma. Tienila sempre a portata di mano. Se poi hai la fortuna di conoscere una persona che ti infonde sicurezza, non esitare a chiamarla in questi momenti e ascolta la sua voce.
Terzo Passo
Sperimenta il tuo immaginario
Leggi attentamente questo racconto. Poi chiudi gli occhi e rivivilo mentalmente come in un sogno, immergendoti totalmente in emozioni e sensazioni. Non serve sforzarsi di capire: è lo sfuggire del senso e dell’intuizione che fissa in profondità il messaggio.
E' quasi il tramonto quando giungi sulla riva. Porti ancora dei pesi sulle spalle, ma la vista del mare addolcisce la tua stanchezza. La tua meta è vicina, la vedi all’orizzonte: è l'isola del tesoro. E' una vista che ti illumina il cuore. Una piccola imbarcazione ancorata alla riva sembra lì apposta per te. E’ una barca speciale, ti sta aspettando da tempo. Il mare calmo ti infonde coraggio e anche se ormai all’imbrunire ti imbarchi per raggiungere la tua meta. Remi con vigore ma la fatica non ti pesa. Più ti allontani dalla riva e più ti senti alleggerire dei pesi che trasporti. Hai fretta di arrivare, ma la traversata è più lunga di quanto immaginassi. Si fa buio e l’isola che vuoi raggiungere non si vede più. La fatica comincia a farsi sentire, rallenta le tue braccia. Si alza anche il vento e il mare comincia ad agitarsi. Le onde accrescono la tua fatica e hai la sensazione di non procedere, di essere sempre allo stesso punto. Qualche dubbio si affaccia alla tua mente. Hai la tentazione di tornare indietro, ma la tua barca resiste bene. Non vuoi abbandonare proprio ora. Qualcosa ti spinge a continuare, a sfidare le insidie del mare, anche se il buio ti circonda. Ad un tratto la luce di un faro rompe l’oscurità. Qualcuno dall'isola ti sta indicando la via da seguire. E’ qualcuno che conosci bene, qualcuno che conosci meglio di chiunque altro.