VIII. LA DECISIONE
Nella mente resa schiava dalla dipendenza, quando sorge il desiderio di cambiare, si accende un conflitto interiore carico di tensione. Un conflitto che cessa solo dopo aver preso una decisione, in un senso o nell’altro. Non confondere però la motivazione con la decisione. La motivazione è essenziale ma non sempre questa si traduce in azione. Ci sono persone motivate che vivono per anni nell’attesa di risolvere il loro problema da un momento all’altro. In realtà non avendo deciso nulla attendono a lungo invano. Se la motivazione è il “motore” che spinge verso un dato comportamento, la decisione è la chiave di accensione di questo motore.
Decidere significa innescare un’azione e in sé l’azione da compiere non è complicata: per smettere un certo comportamento tutto quello che devi fare è non farlo più. Ma la decisione che c’è dietro non è altrettanto facile. E’ un processo alquanto laborioso che può risolversi felicemente come può essere frenato, arrestato o anche deviato verso “azioni alternative”. Una cosa è certa: decidere è un passo obbligato che puoi fare soltanto tu, nessuno può farlo al posto tuo. Decidere significa agire. Indirettamente i suggerimenti di questa guida ti aiutano a decidere. Le indicazioni qui raccolte, infatti, ti inducono continuamente a compiere azioni, a modificare con gesti concreti il rapporto che hai con il tuo "oggetto di attaccamento". Se non hai ancora agito nulla significa che non hai deciso affatto. Quando giungi al bivio della decisione non puoi fermarti lì, non puoi non decidere. Se non decidi di uscire dalla trappola, una decisione la prendi comunque: quella di rimanerci!
Primo Passo
Studia il bilancio costi-benefici
Sono molti gli ostacoli che impediscono di prendere una decisione. A volte sono gli “stati d’animo” a condizionare le scelte. Se stai attraversando un momento “nero” potresti non sentirti a tuo agio nel prendere questa decisione. Così come potresti nutrire incertezze se hai vissuto “esperienze negative” al riguardo (precedenti fallimenti, ricadute, esempi di persone che non ce l’hanno fatta, ecc.) . Ostacoli poi veramente duri sono alcuni “convincimenti erronei” come quello di“non farcela”, di “non avere sufficiente volontà” o di “dover sopportare gravi crisi di astinenza”. Tutte queste situazioni possono generare forti rallentamenti a livello decisionale. Di queste cose abbiamo parlato a sufficienza nelle tappe precedenti. Ora prendiamo in esame una strategia particolarmente azzeccata che può sbloccarti nel prendere una decisione.
Tra i fattori che possono influenzare la decisione un posto di rilievo spetta alle informazioni. Mentre la motivazione è prevalentemente un fatto inconscio, la decisione coinvolge direttamente la ragione, per cui è molto sensibile alle informazioni. Più informazioni corrette ci sono, più la decisione sarà rapida e giusta. Per questo è utile nella fase in cui la decisione è ancora in cantiere che tu faccia un “bilancio dei costi e benefici”. E’ utile elencare tanto i “costi” quanto i “benefici” che si acquisiscono risolvendo una volta per tutte il tuo problema. Si tratta di due inventari del tutto personali, come d’altra parte è unico e personale il rapporto che hai con il tuo oggetto di attaccamento. Il senso di questo esercizio è quello di mettere su una bilancia i vantaggi e gli svantaggi dell’azione che stai per compiere, sollecitando così la tua capacità di giudizio. Il cervello è un organo straordinario che elabora sempre le informazioni che riceve. Due insiemi di dati antitetici costituiscono una ghiotta occasione per valutare e decidere. Ogni volta che fai questo bilancio praticamente stimoli il cervello a darti una risposta, lo costringi ad elaborare i dati che gli fornisci ed a prendere una decisione.
Una volta fatto questo bilancio devi però deciderti e in fretta. Altrimenti entrano in gioco meccanismi di compenso attivati dal cervello stesso. Se l'azione tarda ad arrivare, la situazione ansiogena cresce e potrebbe ripercuotersi sull'equilibrio interno. Il mantenimento di questo però risponde ad un principio superiore, così scattano dei meccanismi cognitivi particolari che hanno una funzione riequilibrante. Tra questi il più comune è "la giustificazione" : "non è vero che il fumo fa male perchè mio nonno che fumava due pacchetti di sigarette al giorno è morto a novant'anni". In questo caso si risolve l'incoerenza interna modificando il proprio modo di pensare. In questo sistema il pensiero è la "parte debole" ed è sicuramente più semplice cambiare un'opinione che un comportamento. Un'altro meccanismo di compenso è "il compromesso": "bere fa male e allora bevo di meno". Qui la tensione interna si attutisce ma non si centra affatto l’obiettivo. In pratica si effettua una decisione alternativa. Decidere di ridurre il danno non significa uscire dalla trappola: allenti solo un po’ la catena che stringe il tuo corpo, ma lasci ancora ben avvinghiata la catena che avvolge la tua mente. Una terza modalità al servizio dell'equillibrio è "la promessa": "la cocaina mi sta rovinando quindi smetterò di usarla". Una promessa che si ripercuote sul comportamento futuro è un’altra decisione alternativa. Le “promesse” sono decisioni a tutti gli effetti, solo che se non vengono ben definite non potranno mai essere verificate. Servono solo per contenere l’ansia, ma rischiano di farti invecchiare col tuo problema.
Secondo Passo
Sviluppa il senso critico
Il processo decisionale è il processo più evoluto della mente umana. Il cervello, come il migliore dei computer, compie un’analisi dei costi - benefici di ciascun’opzione e poi, in funzione di dove pende l’ago della bilancia, opera una scelta. Quali sono i parametri che intervengono in questo processo? Sicuramente intervengono parametri importanti come il rispetto dei bisogni (una scelta è sempre in armonia con i propri bisogni) o il rispetto delle norme (difficilmente una persona decide contro il proprio bagaglio normativo), ma il parametro forse più ricco di significati è quello riguardante il mondo dei valori.
I valori possono influenzare notevolmente la ragione a prendere una decisione. Con i valori si sono scritte pagine importanti della storia. In nome di essi molte vite si sono sacrificate. La cultura e la civiltà di un popolo sono l’espressione dei suoi valori. Ma cos’è un valore? In parole molto semplici un valore è ciò che è più importante per te in questo momento. Ogni cosa , ogni persona, ogni pensiero, ogni sentimento può essere un valore e diventare un principio superiore cui far riferimento. I tuoi valori non sono uguali a quelli degli altri. Ogni persona si costruisce la propria scala valoriale. Inoltre i valori non sono stabili e immutabili. Possono variare nel tempo: ciò che per te una volta era importantissimo può non esserlo più ora. Mentre la priorità dei tuoi bisogni viene stabilità dall’inconscio, la scala gerarchica dei tuoi valori viene stabilita dalla tua coscienza. Tu puoi scegliere se dare più importanza al successo, alla famiglia, al divertimento, alla religione o a qualsiasi altro riferimento. Il tempo che dedichi ad una certa attività è spesso proporzionale al valore che le assegni. I valori sono delle attribuzioni di importanza che condizionano gran parte delle tue scelte e spronano inequivocabilmente la volontà ad agire. Anche la tua decisione di uscire dalla trappola è quindi influenzata, in misura più o meno grande, dai tuoi valori. Prova a fare un breve esame di coscienza e costruisci la tua scala dei valori. Verifica quali sono attualmente i tuoi valori guida, quali sono “le cose più importanti" per te adesso. E’ chiaro che sono queste cose che stanno orientando la tua vita. Mettile in ordine di importanza, poi esaminale una ad una e valuta se in qualche modo hanno a che fare con la tua dipendenza. Se ostacolano il tuo desiderio di venirne fuori spostale ai livelli più bassi, mentre se ti sembrano tue “alleate” spostale più in alto.
Ovviamente questo semplice esercizio non basta per cambiare l’ordine reale delle cose, ma se la decisione tarda ad arrivare può aiutarti a capire dove devi rivedere il tuo piano d’azione. Nelle persone con problemi di dipendenza ci sono valori fortemente trascurati che sono spesso determinanti per decidere di smettere. Tra questi spicca il desiderio di libertà. Fermati qualche istante a riflettere su questa ricchezza e vedi se puoi trovare per essa un posto di rilievo nella tua nuova scala valoriale. Chi vive nella trappola di una dipendenza ha un concetto un po’ distorto della libertà. Paradossalmente stimolando il centro di gratificazione a proprio piacimento si assapora un certo senso di libertà. Ci si sente padroni della propria esistenza e su questa si esercita tutta la propria autorità. Ma anche se nessuno può negarti questo “dominio”, la tua vita non appartiene solo a te. La libertà di farti del male non è vera libertà, è soltanto un’ingenua dimostrazione di potere. La libertà è un’altra cosa. E' un bene inestimabile che non può prescindere dalla salute. La salute è libertà di movimento, libertà di comunicazione, libertà di percezione e di sensazione. Un corpo sano e una mente sana sono essenziali per vivere pienamente nella libertà. In che misura credi nella libertà?
Terzo Passo
Sperimenta il tuo immaginario
Leggi attentamente questo racconto. Poi chiudi gli occhi e rivivilo mentalmente come in un sogno, immergendoti totalmente in emozioni e sensazioni. Non serve sforzarsi di capire: è lo sfuggire del senso e dell’intuizione che fissa in profondità il messaggio.
Stai camminando lungo un sentiero duro e faticoso. Porti dei pesi sulle spalle. Ad un certo punto vedi davanti a te un grande cespuglio irto di spine che ti sbarra il cammino. Osservalo bene, là in mezzo, nascosto tra le spine, vedi uno strano fiore rosso. E' un fiore particolare, ha qualcosa di familiare, ti attrae incredibilmente. Emana un profumo intenso, lo emana per te. E' un profumo che ti piace, ti inebria la mente. Ti avvicini, ti viene voglia di raccogliere quel fiore seducente. Il desiderio si è fatto intenso. Quel fiore ha stregato la tua mente e la tua mano istintivamente penetra nel cespuglio. Incurante delle spine e del dolore lo raccogli. Ora il fiore rosso ti appartiene e tu lo stringi forte nella mano. Ti sembra di toccare il cielo con un dito, ma la soddisfazione dura solo un attimo. Il desiderio di possedere quel fiore svanisce nel nulla. Non senti più alcun profumo e ciò che stringi nella mano è soltanto un fiore appassito. Non sai più che fartene di quel fiore senza vita e fai per gettarlo via, ma la tua mano non si apre, quel fiore è come incollato al tuo corpo, non riesci più a liberartene. Passano le ore, i giorni, i mesi, gli anni e tu sei sempre lì, davanti a quel cespuglio irto di spine con un fiore appassito stretto nel pugno.