Lo spinello e il fascino della trasgressione - Esci dalla trappola

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Lo spinello e il fascino della trasgressione

Approfondimenti
a cura di Franco Riboldi (2009)

Attorno ai derivati della cannabis (hashish e marijuana) si è acceso negli ultimi anni un intenso dibattito sociale, politico e in parte anche scientifico.  C’è chi sostiene la loro innocuità, chi la loro “legalizzazione” se non addirittura la loro “liberalizzazione”, chi rimanda all’esempio di alcune nazioni all'avanguardia, chi ne propone un uso terapeutico.  Tutti punti di vista più o meno opinabili che di fatto spostano altrove il vero problema e generano messaggi ambivalenti.   
In realtà la domanda più importante che dobbiamo porci al riguardo è una sola: “Perché lo spinello si sta diffondendo così tanto tra i giovani?”.
Questo è il nocciolo della questione. In che misura la confusione che abbiamo creato nel mondo adulto attorno a questo problema si sta riflettendo sugli stili comportamentali dei giovani? Quanto deve preoccupare che un adolescente di 14-15 anni faccia questo tipo di esperienza? Non sono pochi i genitori che si preoccupano, ma nel trovarsi di fronte una società così dissociata, finiscono con l’accettare inconsciamente le opinioni che fanno “meno male”.  Sull'altro versante c'è l'adolescente, con i suoi bisogni di crescita, alla continua ricerca di qualcosa che dimostri la sua uscita dal mondo dell'infanzia. Qui non è in gioco tanto la ricerca del piacere. I piaceri del periodo adolescenziale sono altri.  In questa fase evolutiva ciò che conta è la definizione della propria identità, un lavoro impegnativo in cui occupa un posto di rilievo anche il "rischio". Ma l’adolescente non è poi così ingenuo da rischiare solo per il gusto di rischiare? Il rischio dimostrativo è quasi sempre un rischio calcolato: un “rito di passaggio” che ha il sapore di una "messa alla prova" con le aspettative di risolversi positivamente.  E’ questa la trasgressione che il giovane va cercando, un atto di coraggio per cambiare pelle e per farsi accettare come “più grande”, senza però mettere a repentaglio il proprio futuro. I messaggi ambivalenti che abbiamo costruito attorno allo spinello lo hanno fatto diventare la "trasgressione ideale" per l'adolescente. Se questi avesse la certezza, per assurdo, che usando marijuana perderebbe per sempre la capacità funzionale del braccio destro non cercherebbe mai questa prova. Questo almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Ed è a questa maggioranza che serve chiarezza. Nell’abbassare la guardia di fronte a questa sostanza abbiamo generato l’illusione della “droga leggera”  o se vogliamo della “sigaretta pesante”, lasciando a questo consumo il fascino della trasgressione moderna: “tanto poi non succede niente… “ . Ora cosa possiamo fare? Tra le tante cose che bisognerebbe approfondire (e magari rivedere) due sono le certezze che devono essere dette in modo esplicito ai nostri giovani.
La prima è che i derivati della cannabis sono senza alcun dubbio delle droghe. Sostanze cioè che agiscono sul cervello, a livello del centro di gratificazione (e non solo), provocando un piacere artificiale che altera la normale fisiologia dell’organismo. Si tratta di una stimolazione sicuramente molto più intensa di quella esercitata dalla nicotina, cui vengono spesso superficialmente assimilate e inevitabilmente associate. Possono quindi creare dipendenze molto forti che richiedono interventi terapeutici di un certo rilievo per la loro risoluzione.  Il fatto che in alcuni soggetti la dipendenza si instauri più facilmente e a livelli più gravi rispetto ad altri dipende dalle caratteristiche individuali del soggetto. Nessuno può dirsi immune da questa eventualità e l'adolescenza appare sicuramente l''età più a rischio di altre in tal senso: nel periodo delle tempeste ormonali e dei grandi cambiamenti si passa facilmente attraverso fasi di disagio e di insoddisfazione esistenziale che possono essere vinte proprio utilizzando queste sostanze (i derivati cannabici sono classificati come "allucinogeni" e possono produrre percezioni diverse della realtà).
La seconda certezza che deve essere trasmessa al giovane con estrema franchezza è che la detenzione di queste sostanze costituisce un illecito. Il dibattito attuale generato al riguardo e anche le recenti disposizioni normative, poi rientrate (Decreto Turco del 13 novembre 2006) possono trarre in inganno rispetto a questo concetto. La legge, allo stato attuale delle cose, non punisce l'uso personale di queste sostanze, ma prevede come un fatto illegale la detenzione anche di un solo spinello, che è punibile con sanzioni amministrative applicate dalla Prefettura. La legge prevede poi dei limiti oltre i quali l’illecito è perseguibile con pene carcerarie: il possesso di derivati cannabici contenenti un quantitativo di oltre  500 mg di principio attivo (THC: tetraidrocannabinolo) fa scattare il reato di “spaccio”. In pratica chi detiene un quantitativo di hashish o marijuana superiore a quello necessario per la preparazione di 20 spinelli viene considerato uno spacciatore. Con tutto ciò che ne consegue...


 
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